Maurizio Cattelan. Breath Ghosts Blind - Pirelli HangarBicocca, Via Chiese 2 - Milano
(Foto: Maurizio Cattelan
Mother, 1999
Fachiro, performance
Veduta dell’installazione, 48. Biennale di Venezia,
1999
Courtesy Archivio Maurizio Cattelan
Foto Attilio Maranzano)
Mostra in corso dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022
Pirelli HangarBicocca presentano una grande personale di Maurizio Cattelan; uno degli artisti contemporanei più noti al
mondo che con le sue opere svela le fratture del nostro quotidiano, mettendo in scena la
realtà anche nei suoi aspetti più drammatici.
Comunicato stampa della mostra Maurizio Cattelan. Breath Ghosts Blind
Pirelli HangarBicocca presenta, dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022, la mostra
“Breath Ghosts Blind” di Maurizio Cattelan. Tra gli artisti contemporanei più noti al
mondo, con le sue opere svela le fratture del nostro quotidiano, mettendo in scena la
realtà anche nei suoi aspetti più drammatici.
Il progetto espositivo, che segna il ritorno dell’artista nella città di Milano dopo oltre
dieci anni, si sviluppa come una drammaturgia in tre atti. Scandita dalle opere Breath, Ghosts e Blind, che danno il titolo alla mostra, la narrazione si svolge tra riferimenti
emblematici dell’immaginario collettivo: rappresentazioni potenti che suscitano
profonde riflessioni sugli aspetti più disorientanti della contemporaneità e su
questioni esistenziali, dal senso della vita all’ineluttabilità della morte.
Apre al pubblico il 15 luglio 2021 (fino al 20 febbraio 2022) la mostra personale di Maurizio
Cattelan “Breath Ghosts Blind” prodotta da Pirelli HangarBicocca. Il progetto espositivo,
a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí, è concepito come una narrazione in capitoli che
si sviluppa negli spazi di Pirelli HangarBicocca, rappresentando simbolicamente il ciclo
della vita dalla creazione alla morte. Il titolo della mostra riunisce le tre opere esposte, dalla
nuova scultura Breath (2021) alla riconfigurazione dello storico intervento con i piccioni per
la Biennale di Venezia del 1997, ora presentato con il titolo Ghosts (2021), fino alla
monumentale installazione prodotta per l’occasione Blind (2021).
Svolgendosi all’interno di un ambiente solenne e imponente, “Breath Ghosts Blind” crea
un’esperienza immersiva attraverso gli aspetti più emozionali e significativi dell’esistenza
umana, restituita tramite sentimenti opposti come il dolore e l’amore.
«Il lavoro di Maurizio Cattelan trasforma una storia o un sentimento in un’esperienza visiva
e spaziale. Per la mostra in Pirelli HangarBicocca l’artista ha tramutato l’intera architettura
del museo in una dimensione psicologica: in sintonia con la sequenza e la natura dei tre
ambienti espositivi – la Piazza, le Navate, il Cubo – le opere si presentano come i capitoli di
un film o gli atti di una pièce teatrale, divenendo un unicum» dichiara Vicente Todolí, Direttore Artistico di Pirelli HangarBicocca e co-curatore della mostra.
«“Breath Ghosts Blind” affronta questioni esistenziali che toccano ciascuno di noi, il ciclo
della vita dalla nascita alla morte. Queste sono le ossessioni di Maurizio Cattelan, le sue
opere sono antenne sincronizzate con il mondo, capaci di catalizzare la nostra eseprienza
della storia, anche quando si tratta di eventi drammatici» spiega la Curatrice di Pirelli
HangarBicocca e co-curatrice della mostra Roberta Tenconi. «L'arte affronta gli stessi temi dall’inizio della storia dell’uomo: creazione, vita, morte. I temi
si intrecciano con l’ambizione di ogni artista di divenire immortale attraverso il proprio lavoro.
Ogni artista deve confrontarsi con entrambi i lati della medaglia: un senso di onnipotenza e
di fallimento. È un saliscendi di altitudini inebrianti e discese impervie. Per quanto possa
essere doloroso, la seconda parte è anche la più importante. Come tutte quelle che l’hanno
preceduta, questa mostra è un concentrato di tutti questi elementi» afferma Maurizio
Cattelan.
Il percorso espositivo ha inizio nella Piazza, con l’opera Breath. Realizzata in marmo bianco
di Carrara, la scultura rappresenta la figura di un uomo in posizione fetale e un cane,
entrambi distesi a terra l’uno di fronte all’altro. La composizione mostra una scena intima, in
cui la scala reale dei protagonisti, pur dialogando con i monumentali spazi della Piazza,
conserva un senso di raccoglimento e fragilità. L’utilizzo del marmo, materiale per
eccellenza della scultura antica, conferisce alla scena un’aura di sacralità e la colloca in uno
spazio senza tempo. La figura umana – che può richiamare i soggetti di emarginati già ritratti
da Maurizio Cattelan in lavori precedenti come Andreas e Mattia (1996) o Untitled (Gérard)
(1999) –, per la prima volta è qui accostata a quella di un animale. Anche questo soggetto
è un elemento ricorrente in Cattelan ed è spesso riconducibile all’idea di morte e
ineluttabilità, come nel caso dell’asino, del cane, del gatto e del gallo tassidermizzati di Love
Saves Life (1995) o del pulcino con due labrador di Untitled (2007). In Breath le due figure
si trovano a condividere una funzione vitale, quel “respiro” richiamato dal titolo stesso
dell’opera che segna anche il momento generativo di ogni ciclo esistenziale.
La vastità delle Navate accoglie l’opera Ghosts, nuova versione di un intervento storico
dell’artista. Presentata in occasione della 47. e della 54. Biennale di Venezia,
rispettivamente con il titolo Tourists (1997) e Others (2011), il lavoro include innumerevoli
piccioni in tassidermia, che a dozzine si mimetizzano nell’architettura dell’ex edificio
industriale. La loro presenza, che popola travi e anfratti del carroponte, si svela al visitatore
solamente nel momento dell’incedere nello spazio, generando un senso di straniamento e
inquietudine.
Il terzo e ultimo atto della mostra prende vita nel Cubo e si rivela gradualmente al visitatore,
che vi giunge attraverso le Navate. Realizzata in resina nera e composta da un monolite e
dalla sagoma di un aereo che lo interseca, l’opera Blind si configura come un memoriale
dall’iconografia destabilizzante. Il lavoro si inserisce all’interno di una riflessione pluriennale
dell’artista sulla storia – avviata con opere come Untitled (1994) e Now (2004), riferite
rispettivamente al rapimento e all’esecuzione del politico Aldo Moro e all’assassinio di John
F. Kennedy a Dallas –, e sull’esplorazione del tema della morte, altra costante nella sua
pratica artistica, come testimoniano opere come All (2007), una scultura in marmo che
rappresenta nove cadaveri anonimi velati da un lenzuolo. Con Blind Cattelan si appropria di
un’immagine divenuta parte integrante del repertorio iconografico collettivo, l’attentato
dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York, e la trasforma in un simbolo
della perdita e del dolore condivisi. Inscrivendosi nella tradizione di altri monumenti dedicati
a eventi storici tragici, quali il Denkmal für die ermordeten Juden Europas (2005) di Peter
Eisenman a Berlino, Blind coniuga figurazione e astrazione creando un differente concetto
di memoriale. Partendo da un evento drammatico, Maurizio Cattelan riflette sulla violenza
della storia più recente e vicina a lui, trasformando un momento tragico in terreno di incontro.
L’illuminazione della mostra “Breath Ghosts Blind” è stata concepita dal light designer e
direttore di fotografia Pasquale Mari, che vanta una pluriennale esperienza in ambito
cinematografico, teatrale e artistico.
Maurizio Cattelan (Padova, 1960) nel corso della sua trentennale carriera artistica ha
messo in scena azioni considerate spesso provocatorie e irriverenti, realizzando opere in
grado di evidenziare i paradossi della società contemporanea.
L’artista si forma nel contesto di un’Italia scossa da grandi tensioni politiche e sociali.
Inizialmente orientato alla produzione di oggetti di design, le prime opere d’arte di Maurizio
Cattelan vedono la luce tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, rivelando
fin dal principio una particolare attenzione nei confronti delle incoerenze e fratture della
società del tempo, dalle contraddizioni della vita piccolo-borghese racchiuse in Lessico
familiare (1989) alle tensioni razziali affrontate in opere come Stadium (1991). Gli anni
novanta vedono una progressiva stratificazione dei temi esplorati, dalla dissacrazione del
sistema dell’arte alla riflessione sull’identità e sulla storia italiana. In questi anni l’artista,
trasferitosi a New York, si afferma sulla scena internazionale come una delle figure più
influenti della propria generazione e realizza alcuni dei suoi più celebri lavori. Tra questi
figurano l’emblematico cavallo appeso al soffitto Novecento (1997), gli autoritratti giocati
sull’idea di fallimento come Charlie Don’t Surf (1997) e l’installazione Lullaby (1994),
composta dalle macerie dell’attentato terroristico che nel 1993 aveva ucciso cinque persone
e quasi distrutto il PAC di Milano. Nel corso degli anni, l’abilità di Maurizio Cattelan nel
coniugare iconografie tradizionali e temi considerati tabù è divenuta proverbiale e ha portato
alla presentazione di opere iconiche come La Nona Ora (1999), con la sua complessa
commistione di sacralità e sofferenza, Him (2001), una profonda riflessione sul male e sul
potere, e l’installazione Untitled (2004) in piazza XXIV Maggio a Milano, che metteva in
scena la tacita accettazione della violenza insita nella società contemporanea. Tra i suoi
interventi più recenti e significativi si collocano la monumentale scultura pubblica L.O.V.E.
(2010), ancora oggi esposta di fronte al Palazzo della Borsa a Milano, e l’irriverente satira
di America (2016).
Il lavoro di Maurizio Cattelan affronta i grandi interrogativi dell’essere umano, attraverso
opere che esplorano tematiche di respiro universale come la morte, l’amore, il destino, la
solitudine, l’assenza e il fallimento nella loro dimensione individuale e collettiva. Le questioni
esistenziali trattate dall’artista si inseriscono in una visione dell’arte come strumento di
riflessione, traducendosi in opere spesso enigmatiche e dal significato mai univoco. Punto
di partenza dei lavori di Maurizio Cattelan è sempre un’immagine. Attingendo al mondo
che lo circonda, l’artista si interroga sull’effetto provocato da determinate immagini e sulle
ragioni che si celano dietro l’apparente accettazione delle situazioni più ambigue e
inquietanti: «le immagini hanno il potere di sintetizzare il presente e forse trasformarlo in
un’anticipazione del futuro» dichiara «forse il mio lavoro è solo una lente d’ingrandimento
che permette di vedere i dettagli nascosti nella realtà». Attraverso un meticoloso processo
di analisi e selezione condensa temi e riferimenti, dando vita a un’unica nuova immagine di
grande impatto e dal significato necessariamente ambivalente, volta a produrre domande,
riflessioni e tensioni che inducono a mettere in discussione il presente in cui viviamo.
Con la sua ricerca artistica Maurizio Cattelan enfatizza le fratture e la vulnerabilità sottese
nell’apparente ordine della realtà. La risonanza dei suoi progetti diventa parte dell’opera,
che coinvolge così sia il pubblico sia i media in un dibattito che stimola un senso di
partecipazione collettiva. Senza mai assumere una posizione ideologica o di natura morale,
le opere dell’artista spesso mirano a «restituirci la tragica complessità del banale».
Orari:
da giovedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30.
Biglietti: ingresso gratuito.
Sito Web: Pirelli HangarBicocca |