Neïl Beloufa. Digital mourning - Pirelli HangarBicocca, Via Chiese 2 - Milano
(Foto: Neïl Beloufa
Veduta della mostra, “Digital Mourning”, Pirelli
HangarBicocca, Milano, 2021
Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto: Agostino Osio)
Mostra in corso dal 17 febbraio 2021 al 9 gennaio 2022
Pirelli HangarBicocca presentano la prima grande personale dedicata a
Neïl Beloufa in un’istituzione italiana e nasce da una riflessione sul panorama attuale e sul
concetto di vita nel mondo digitale..
Comunicato stampa della mostra Neïl Beloufa. Digital mourning
“Digital Mourning”, a cura di Roberta Tenconi, è la prima grande personale dedicata a
Neïl Beloufa in un’istituzione italiana e nasce da una riflessione sul panorama attuale e sul
concetto di vita nel mondo digitale.
Fin dal titolo, la mostra allude a uno dei paradossi più
evidenti della società contemporanea, l’esistenza in un mondo tecnologico e la sua
parallela scomparsa. L’associazione dei due termini “digital” [digitale] e “mourning” [lutto] si
risolve nell’incontro tra assenza di vita e contesto artificiale, una dimensione dove la vita
stessa viene simulata attraverso modelli appositamente costruiti per comprenderne
l’essenza.
Giocando sulla combinazione e sulla commistione di generi, “Digital Mourning” si
configura come una nuova complessa installazione multimediale concepita appositamente
per lo spazio dello Shed di Pirelli HangarBicocca, e al contempo fornisce una retrospettiva
sulla produzione video di Neïl Beloufa.
Il percorso è composto da un’ampia selezione di
opere video che ripercorrono la carriera dell’artista dagli esordi (con Kempinski, 2007) fino
alle produzioni più recenti, alcune delle quali proiettate all’interno delle installazioni
multimediali originariamente pensate dall’artista a questo scopo. Nel loro complesso,
queste divengono parte di un sistema computerizzato di attivazione e ri-montaggio che
annulla qualsiasi gerarchia tra le informazioni.
Lo spazio, che emula lo scenario di un “parco divertimenti”, accoglie un’ampia selezione di
opere che include le più rilevanti installazioni e sculture di Neïl Beloufa. Tuttavia,
analogamente a quanto accade oggi, la fruizione delle “attrazioni” non è consentita e la
mostra sembra prendere vita unicamente in risposta a una serie di voci narranti che
guidano lo spettatore. Presentando le opere e spiegando al visitatore cosa scoprirà in ogni
area, i narratori introducono e mettono in discussione posizioni differenti, dalle aspirazioni
utopiche alle opinioni delle nuove generazioni. Nel realizzare una nuova opera d’arte
totale a partire da lavori pre-esistenti, l’esposizione inoltre simula il modo in cui avviene il
consumo culturale in questo periodo, giocando per esempio sul flusso di informazioni e
sulla capacità media di attenzione dello spettatore o fornendo link per vedere film
direttamente da casa.
La messa in discussione delle convenzioni è presente fin dal primo lavoro di Neïl Beloufa,
Kempinski (2007). Girato a Bamako, in Mali, il video raccoglie una serie di brevi interviste
in cui l’artista sottilmente scardina le regole stilistiche di genere. Mantenendo lo spirito di
autenticità tipico del documentario, i dialoghi tra i protagonisti descrivono una realtà
totalmente priva di qualsiasi visione stereotipata del continente africano, caratterizzato
piuttosto da scenari fantastici e surreali scaturiti dal semplice uso del tempo verbale
presente per parlare di un futuro ipotetico.
L’allegoria del mondo contemporaneo e delle
sue fragilità ritorna anche nell’installazione cinetica People’s Passion, transparency,
mobility, all surrounded by water (2018), che include l’omonimo video. L’opera prende
vita a partire da una serie di interviste realizzate dall’artista agli abitanti di un nuovo
complesso residenziale nel Nord America, che mostrano tutta l’artificialità insita nel
modello di presunto lifestyle e benessere occidentale.
Altrettanto potente è l’idea di un
mondo fortemente retorico trasmessa da World Domination (2015), opera in cui Neïl
Beloufa ricorre ad attori non professionisti e al modello del gioco di ruolo per difendere
delle posizioni arbitrariamente attribuite. Proiettato sulla superficie irregolare di un muro
motorizzato che si muove su un binario, il video mostra cinque scene e tavoli diplomatici
dove la discussione verte su problematiche internazionali come l’obesità e gli investimenti
finanziari, spesso concludendosi in evidenti contraddizioni e istanze di guerra.
Infine, la mostra presenta una nuova versione espansa, realizzata appositamente per
l’occasione, di La morale de l’histoire (2019). L’installazione immersiva è concepita come
un racconto tecno-fiabesco, che narra le vicende di un cammello e alcune volpi del
deserto che costruiscono un muro di pietre per ripararsi dal sole a discapito di una colonia
di formiche. Il lavoro, che adotta volutamente i codici narrativi dell’infanzia per costruire
una metafora dell’economia capitalista, conclude il percorso espositivo fungendo da
riepilogo per tutte le altre narrazioni e opere.
L’insieme delle installazioni trasforma “Digital Mourning” in un ambiente immersivo, dove
gli stimoli scaturiti da immagini, suoni e luci si sincronizzano nell’ambito di una sequenza
complessa che guida i movimenti dello spettatore. L’accensione e lo spegnimento di una o
più opere contemporaneamente genera una coreografia unica nel suo genere che vede
alcuni lavori animarsi, e altri giacere senza vita in un sonno congelato.
A dettare il ritmo
del racconto sono le voci narranti, i cosiddetti “Hosts”, i cui canali audio sono programmati
per rivolgere “ordini” allo spettatore. In questo modo, secondo le parole dell’artista, il
pubblico si trova “in a free but uncomfortable position that should lead to thinking about
what is shown instead of believing it” [in una posizione libera ma scomoda che dovrebbe
portare a riflettere su ciò che viene mostrato, non su ciò che si crede].
Nel creare un
sistema di controllo, Neïl Beloufa mette in discussione concetti permeabili come la verità e
la finzione e mostra quanto questi siano intrecciati nella realtà contemporanea, i cui
meccanismi sono messi a nudo proprio come i dispositivi e i cablaggi delle sue opere.
In primavera inoltre Neïl Beloufa presenterà in città The Moral of the Story. Il progetto è
promosso da Fondazione Henraux e sarà composto da quattro installazioni inedite
dell’artista esposte nell’anfiteatro dell’Apple Store in Piazza Liberty. Le opere, prodotte da
Henraux in marmo, saranno visibili sia durante il giorno che nelle ore serali.
Neïl Beloufa
Neïl Beloufa (Parigi, 1985) è tra gli artisti più brillanti della generazione degli anni ottanta. La sua ricerca si focalizza sulla società contemporanea e sul modo in cui viene rappresentata e mediata dall’interazione digitale, spesso con l’obiettivo di metterne a nudo i meccanismi di controllo. Attraverso video, lungometraggi, sculture e installazioni tecnologicamente complesse, l’artista gioca con l’esperienza sensoriale dello spettatore invitandolo a confrontarsi con le proprie convinzioni e stereotipi su tematiche del presente che spaziano dalle relazioni di potere alla sorveglianza digitale, dal data collection alle ideologie nazionalistiche, dall’identità alla lettura post-coloniale del mondo.
Il lavoro di Neïl Beloufa, fortemente influenzato dalla dimensione del web, dei videogames, della reality tv e della propaganda politica, utilizza il vocabolario dell’era dell’informazione per svelare il sistema di valori di una società pervasa dalla tecnologia digitale dove tutto, dalle scelte alimentari alle relazioni umane, è definito in base a un algoritmo.
Orari:
da giovedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30.
Biglietti: ingresso gratuito.
Sito Web: Pirelli HangarBicocca |